Fu davvero in questa grotta buia e fredda che il filosofo ateniese Socrate trascorse i suoi ultimi giorni di vita? In realtà si tratta di una leggenda, ma questa grotta ai piedi della collina di Filopappo ad Atene è nota in tutto il mondo come la “prigione di Socrate”.
Accusato di ateismo e di corrompere i giovani, il filosofo scelse la condanna a morte (bevendo una coppa di cicuta) all’esilio. Non ci sono prove certe che fu detenuto proprio in questa grotta. La struttura doveva probabilmente svilupparsi su tre piani come testimoniato dalle travi sulla superficie della roccia e da una scala scolpita. La parte posteriore è l’unica che si è conservata. Si tratta di un complesso di tre stanze e una cisterna sul retro.
Non sappiamo bene a cosa servisse. Durante la Seconda guerra mondiale fu utilizzata come deposito per custodire i reperti dell’Acropoli e del Museo Archeologico Nazionale.
Non si può visitare al suo interno ma è raggiungibile gratuitamente. Una volta lì non dimenticatevi di andare fin sulla cima della collina dove potete ammirare non solo il monumento di Filopappo ma anche godere di una vista mozzafiato sull’Acropoli e sullo skyline di Atene.
Vi lascio qualche foto della prigione, della vista sull’Acropoli e del monumento di Filopappo.